L’immagine che mi viene in mente riflettendo sui mesi appena trascorsi è quella del deserto:
solitudine, silenzio, fatica, ricerca.
La tecnologia ci ha permesso di colmare alcune lacune, ma niente può sostituire la presenza dei fratelli.
Il silenzio delle città ha fatto emergere il rumore assordante delle preoccupazioni e talvolta dell’angoscia,
E ci siamo resi conto di quanto siamo fragili e di quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri.
Nella fatica di tenere insieme i pezzi del quotidiano cercavamo un senso a quanto stava accadendo.
Ecco allora che la preghiera si rivela indispensabile. Le parole che ci investivano da parte di medici, esperti,politici, si rivelavano spesso vuote e inutili.
E’ solo una la Parola di cui abbiamo bisogno.
Certo Lo Spirito ha fatto sbocciare frutti di carità, solidarietà eccezionale, momenti di preghiera universale profondissima.
Come dimenticare Papa Francesco in preghiera dinanzi alla Basilica di S.Pietro?
E così, smarriti e confusi diciamo con Pietro :”Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”
Non perdiamo questa occasione per approfondire la preghiera, l’ascolto della Parola, la partecipazione alla Messa.
Osiamo rinnovare le celebrazioni liturgiche in modo che la lode e la bellezza abbiano più spazio.
Troviamo il modo per proclamare la Parola di Dio “oltre la Domenica” condividendo con più persone possibile momenti di spiritualità, senza lasciarci tentare dalla facile soluzione delle nuove tecnologie.
Non abbiamo paura di volare alto, così forse anche i giovani si sentiranno più attratti da una proposta che risponde al bisogno di Assoluto che è dentro ciascuno di noi.
“Ecco io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?”